ASSONANZE DUE ARTISTI A CONFRONTO

Dal 2 al 5 febbraio, in occasione di Art City 2023, la Galleria Forni di Bologna esporrà presso la propria sede il lavoro di otto autori, in quattro mostre della durata di un giorno.

Il titolo è emblematico poiché racchiude “[…] in sé l’elemento visivo e l’accezione più simbolica, sintetizzando il tema dell’iniziativa”. Dalla scultura, alla fotografia, per passare attraverso la pittura, gli otto artisti di questi incontri dialogheranno con il pubblico attraverso le loro opere, create attraverso differenti ricerche artistiche. Il mezzo espressivo quindi diventa protagonista e narratore di diversi sguardi sul mondo.

Leggendo il programma emerge un nome a noi noto, ovvero Nicola Nannini, già ospite di un approfondimento (video qua) in occasione della fiera Settembre Centese. Protagonista di tantissime rassegne espositive personali e collettive sia in Italia che all’estero, artista affermato sul nostro territorio e non solo, invitato alla 54° Biennale di Venezia presso il padiglione Italia, docente di disegno e figura presso la Scuola dell’Artigianato Artistico di Cento e di pittura presso l’Accademia Cignaroli di Verona, Nicola Nannini si è rivelato entusiasta per l’iniziativa della Galleria Forni.

“La Galleria Forni in occasione di Arte Fiera ha deciso di portare tutti i suoi collezionisti, e appassionati all’interno della galleria d’arte. Questa cosa è piuttosto intrigante ed interessante, perchè segna una sorta di punto fermo in cui si riafferma la centralità della galleria d’arte, come proprio luogo di incontro tra artisti, collezionisti, appassionati e pubblico. L’operazione sembra normale, ma in realtà è portatrice di un significato essenziale; poiché in un epoca in cui il digitale e la rete stanno facendo da padroni, ripristinare una gerarchia di importanza davanti alle opere d’arte nella fruizione colta, intellettuale e fisica è cosa preziosissima. Le arti visive, in particolare la pittura, la scultura e certe arti performative, viste dal vero sono imprescindibili e insostituibili. Quindi questa si mostra come un’operazione per riaffermare la centralità degli artisti e pubblico all’interno del luogo deputato quale può essere la galleria d’arte. Ritrovare quindi un’umanità che torna a dialogare in un luogo fisico  e uno spazio aperto significa fare un passo indietro per farne dieci avanti. “