CARNEVALE DI CENTO 2022 RIMANDATO, MA C’É ANCORA SPERANZA (FORSE)

L’edizione 2022 del Carnevale di Cento si svolgerà nella prossima primavera. Le prime informazioni
raccolte parlano di un periodo compreso fra maggio e giugno. Resta dunque ancora per un po’
tutto fermo alla terza domenica di sfilata del 2020, quando i giganti in cartapesta lasciavano corso
Guercino scortati da un corteo di figuranti scioccati e da un pubblico silenziato dalla paura per
quella che avremmo poi conosciuto come la pandemia da Coronavirus. Proprio lì sta il punto: il
prolungamento dello stato di emergenza nazionale fino al 31 marzo 2022 e l’andamento della
curva dei contagi delle ultime settimane hanno reso impossibile pensare di proporre la
manifestazione nel mese di febbraio.
Allo sconforto generale per l’ennesimo slittamento del cosiddetto ritorno alla vita normale, occorre
però lasciare il posto ad alcune considerazioni che consegnano speranze tangibili per il futuro. Si
cominci riscontrando la condivisione degli intenti fra Amministrazione Comunale, Associazioni
Carnevalesche e la società che da più di trent’anni organizza il carnevale di Cento. I più informati
sanno bene delle difficoltà passate nei mesi scorsi fra le parti e il fatto che la decisione sia stata
condivisa da tutti gli elementi coinvolti è già un buon punto di partenza.
A questo punto è necessario fare un salto indietro di un anno, quando si doveva decidere se sfilare
nel 2021 oppure no. Dopo l’annuncio favorevole durante Settembre Centese, la manifestazione è
stata cancellata dalla seconda e poi terza ondata del virus. Occorre però un esame di coscienza; è
necessario spargersi un po’ di cenere sul capo e riconoscere come carnevali noti e famosi quanto il
nostro abbiano saputo sfruttare il forzato stop del 2020 per proporre una formula alternativa che,
in alcuni casi (Viareggio docet… almeno fino a pochi giorni fa) ha permesso comunque di sfilare nel
2021, pur e sempre nel rispetto delle restrizioni conseguenti allo stato di emergenza. E Cento?!
Dov’era in tutto questo? Chi ha sbagliato più forte? L’amministrazione ormai andata in archivio
oppure la società che da tanti anni organizza il carnevale? E le Associazioni Carnevalesche che
ruolo hanno avuto? Sono state fatte proposte che non fossero solo la raccolta di speranze per un
ritorno del carnevale pre-Covid? Infine, come ultima conseguenza, saremo in grado di accedere
ancora ai soldi del FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo) che negli ultimi anni hanno tenuto a galla la
rassegna? È inutile cercare un colpevole. Forse siamo stati una città troppo sprovveduta. Ci
eravamo illusi che tutto potesse tornare come prima, invece non era così.
Allora la domanda sorge spontanea: saprà la nostra comunità sfruttare questi mesi di ritardo per
cercare una formula che permetta al carnevale non solo di ripartire, ma di non fermarsi più?!​
Occorre un investimento di risorse ed energie importante e trasversale, sarà necessaria una forte
leadership da parte del Comune che può sfruttare il procrastinamento del carnevale per valutare e
decidere come e dove inquadrare il carnevale (CMV, Fondazione Teatro… o chissà dove), occorrerà
che le Associazioni Carnevalesche si emancipino nel mettere a disposizione la loro esperienza e la
loro creatività non solo per terminare i carri di carnevale ma per suggerire formule vincenti per il
rilancio della manifestazione in sicurezza. Lo stesso è chiaro che ce lo si attenda da chi da tanto
organizza il carnevale; il format, comunque discutibile già da qualche anno, può essere rivisto,
aggiornato, ammodernato e soprattutto accomodato sulle disposizioni di sicurezza alle quali si
presume che ci si dovrà comunque ancora attenere per qualche tempo. Le prime suggestioni
raccontano di tribune e posti a sedere per il pubblico , eventualmente con modifiche al circuito
tradizionale. Tutto dovrà essere discusso e concordato concretamente. Le voci devono rimanere
plurime, equipotenti e responsabili parimenti, con l’obbligo di imparare in fretta a confluire in una
sola.
Oltre a questo urge sfruttare questi mesi anche per recuperare il tempo perduto in questi anni. Ci
si riferisce alla messa in sicurezza dei capannoni dove lavorano le Associazioni Carnevalesche, che
ancora aspettano dal 2012 un contratto di locazione . Le stesse associazioni dovranno intanto
completare il complicato passaggio ad enti APS , essenziale per poter accedere a bandi ed eventuali
contributi. Basteranno le risorse attualmente a disposizione per garantire tutto ciò? Sono tante le
domande, insomma. Le risposte si possono trovare solo insieme, magari costituendo tavoli di
lavoro permanenti , che oltre a tutto ciò consentano finalmente un racconto dello storico carnevale
anche da un punto di vista più culturale; tanto si è parlato di scuola di cartapesta e di museo del
carnevale , ma concretamente si è fatto poco, riducendo il potenziale di una manifestazione
sempre più kermesse e meno evento culturale della comunità centese, per altro sempre più
distante e a tratti oppositiva a tutto ciò che è carnevale. Non sarebbe forse giunta l’ora di aprire i
cancelli delle sfilate alle tante realtà locali folkloristiche del nostro territorio?
Ebbene, solo se tutte queste cose… o anche solo alcune, per la verità… troveranno spazio,
assisteremo ad un rilancio. Solo così il carnevale di Cento ripartirà, solo così torneremo a vedere i
coriandoli cadere sulle strade di corso Guercino… magari anche con qualche centese in più felice di
farne parte.